Finalmente o purtroppo verrebbe da dire è iniziata questa 69° edizione del Festival di Sanremo. Lo scorso anno, la prima puntata del Festival, condotto da Michelle Hunziker e Pierfrancesco Favino, aveva fatto il botto: il 52% di share, con circa 11,6 milioni di spettatori. Sono due anni che il Festival riesce a superare la soglia del 50% ma quest’anno è mancato il triplete. Ieri sera sono stati 10milioni e 86mila gli spettatori incollatati davanti alla tv, con uno share pari al 49,5%. Una flessione di circa un milione e mezzo di spettatori. Ma vediamo insieme cosa è successo durante questa prima serata.
Rai Uno ore:20:48 – Pronti Partenza Via! Claudio Baglioni inizia il suo secondo Sanremo intonando con Claudio Bisio e Virginia Raffaele «voglio andar via», scelta che potrebbe confermare l’idea di un Claudio Baglioni amareggiato dalle polemiche che lo circondano e che addirittura aveva pensato alle dimissioni. Poi, ci pensano le canzoni a dissipare questi dubbi e a concentrarsi sulla musica che “dovrebbe” farla da padrone in questo Festival. Inizia un Francesco Renga molto sottotono, continuano D’Angelo e Cori con qualche problema di acustica, Nek cerca sostegno nell’elettronica, e poi la scaletta, metafora di questa nostra paradossale vita che affianca il rock degli Zen Circus al canto pop de Il Volo. Partenza molto lenta per il Sanremo 2019, con problemi acustici che hanno penalizzato soprattutto i primi tre concorrenti. I due co-conduttori si limitano a fare la loro parte e poco più. Piacevole sorpresa la presenza di una Grande Loredana Bertè con una ritrovata grinta e gambe belle in mostra. Il teatro Ariston fa l’Ariston tributando la standing ovation ad Andrea Bocelli che duetta con il direttore artistico («Il mare calmo della sera») e il figlio Matteo («Fall on me»). Ed è proprio il figlio di Bocelli la vera star di questo inizio festival che fa letteralmente impazzire i social: «Ma quanto è figo Matteo Bocelli?», si chiedono i social .«Matteo Bocelli, ti sposerei», twitta qualcuno. Ti presenterei mia figlia», cinguetta qualcun altro. Insomma, l’erede della famiglia Bocelli, che ha seguito le orme del padre, emoziona e convince. Andrea Bocelli dopo aver cantato con Claudio Baglioni gli dà la sua giacca, passando simbolicamente il “testimone”. Focus noir sul rapporto tra genitori e figli quello di Daniele Silvestri con «Argento vivo» aiutato anche da un vero rapper, Rancore. Il monologo di Bisio sul Baglioni «rivoluzionario» è spompato e qualcuno sulla rete afferma anche offensivo verso i migranti. Il favorito Ultimo accompagnato dal suo pianoforte ci regala un’esibizione tecnicamente perfetta per una canzone dal significato profondo e che ancora una volta non delude. Ma sui social il pubblico si divide: se da una parte c’è chi crede che quella di Ultimo sia stata una delle performance più interessanti della serata, dall’altra c’è chi crede che il suo pezzo non sia all’altezza dei suoi brani precedenti.
Pierfrancesco Favino dopo un anno torna sul luogo del delitto che l’ha visto protagonista ma questa volta non riesce nel suo intento. Il medley con Virginia Raffaele, che interpreta Mary Poppins mentre lui si presenta vestito come Freddie Mercury non convince, risulta noioso come del resto gran parte delle idee autorali messe in campo. Senza grandi scossoni, lenta e svogliata, questa prima serata si risveglia ricordando l’immenso Fabrizio Frizzi nel giorno del suo sessantunesimo compleanno e saluta il passaggio di una sensuale Paola Turci, di Motta, del reggatta dei BoomDaBash, prima di uno svogliato sketch musicale con il trio Baglioni-Raffaele-Bisio stile famiglia Addams e di tornare alla gara con la strana coppia Patty Pravo (in nude look) e Briga imbrigliata anche da problemi tecnici, e la ieratica proposta di Simone Cristicchi, che in «Abbi cura di me» eleva al cielo la preghiera laica e panteistica di un malato terminale (o almeno così sembra) che reclama il diritto alla vita, e all’amore, e al rispetto, sino all’ultimo minuto. Nel corso della puntata Virginia sembra scongelarsi mentre Claudione Bisio no. Arisa è davvero «Una nuova Rosalba» in città, come proclama il titolo dell’album che contiene «Mi sento bene», ugola e look sembrano liftati a dovere. I Negrita non brillano, Pau va da una parte e il resto della band dall’altra, poi il terzetto di conduttori si fa raggiungere da Santamaria per il gioco dei tre Claudii e un omaggio, strameritato, alla maestria del Quartetto Cetra con saluti alla moglie e alla figlia di Tata Giacobetti presenti in platea. Ghemon coglie le sue «Rose viola» sulla strada del nu soul italico, Einar rimane con un pugno di mosche in mano, gli Ex Otago e Anna Tatangelo fanno meglio, ma non troppo, e Irama si mette all’inseguimento di Ultimo: «La ragazza con il cuore di latta» è storia di cardiopatie, violenze paterne, gospel de noantri. Enrico Nigiotti si traveste da contadino sovranista per «Nonno Hollywood», Mahmood risveglia, se possibile, vista l’ora e il ritmo lentissimo, la platea con il rap di «Soldi», poi… A notte fonda dopo oltre cinque ore di kermesse e diecimila telepromozioni, finalmente questa prima serata è finita “regalandoci” una classifica parziale, che riflette solo il parere della giuria demoscopica, che pesa il 30 per cento, mentre non sono stati resi noti i risultati del televoto e della sala stampa, necessari per conoscere il vero volto dell’andamento del Festival. Ecco le varie zone di questa classifica:
Zona blu di alta classifica:
Ultimo – I tuoi particolari
Loredana Bertè – Cosa ti aspetti da me
Irama – La ragazza con il cuore di latta
Simone Cristicchi – Abbi cura di me
Francesco Renga – Aspetto che torni
Il Volo – Musica che resta
Nek – Mi farò trovare pronto
Daniele Silvestri – Argento vivo
Zona gialla di centro classifica:
Federica Carta e Shade – Senza farlo apposta
Enrico Nigiotti – Nonno Hollywood
Boomdabash – Per un milione
Negrita – I ragazzi stanno bene
Paola Turci – L’ultimo ostacolo
Anna Tatangelo – Le nostre anime di notte
Patty Pravo e Briga – Un po’ come la vita
Arisa – Mi sento bene
Zona rossa di bassa classifica:
Mahmood – Soldi
Achille Lauro – Rolls Royce
Einar – Parole nuove
Nino D’Angelo e Livio Cori – Un’altra luce
Ghemon – Rose viola
Motta – Dov’è l’Italia
Ex Otago – Solo una canzone
Zen Circus – L’amore è una dittatura
Ricordiamo che il responso di televoto e sala stampa potrebbe capovolgere completamente questo risultato e che iniziano a piovere le prime critiche da parte delle case discografiche di alcuni cantanti sulla qualità dell’acustica che avrebbe inficiato alcune esibizioni. E voi cosa ne pensate di questa prima serata sanremese? Fatecelo sapere lasciando un commento.
Un po noioso e lungo, ma alla fine una sbirciata al festival si da sempre dopotutto c’è di peggio in tv