Non c’è pace per questo Festival. Anche questa quarta serata ha fatto registrare un risultato più basso rispetto a quello dello scorso anno. Il quarto atto di questa kermesse è quello dedicato ai duetti dove ciascun concorrente chiama un amico/collega/idolo e reinventa la propria canzone in gara. Da anni, ormai, questa è una delle serate più attese, in quanto le canzoni proposte vengono reinterpretate con altre sonorità in duetti che regalano sempre qualcosa di personale dell’artista che le interpreta coinvolgendo anche ballerini e attori. Numerosissimi gli artisti sul palco, ben 56, al punto da lasciare pochissimo spazio ai due co-conduttori Virginia Raffaele e Claudio Bisio, costretti a farsi bastare qualche sporadica gag tra una esibizione e l’altra. Unico super ospite, ovviamente musicale, è stato Luciano Ligabue, all’Ariston per presentare “Luci d’America”, nelle radio da qualche settimana, singolo che anticipa l’uscita del suo nuovo album. Ma andiamo a vedere insieme cosa è successo in questa serata e le 24 esibizioni e quali ospiti che hanno scelto gli artisti per duettare:
Cristina D’Avena con Federica Carta e Shade – Senza farlo apposta
La mitica Cristina torna sul palco dell’Ariston dove ormai è una presenza sempre più apprezzata dopo il suo esordio qualche anno acclamata e voluta a furor di popolo;
Nada con Motta – Dov’è l’Italia
Motta ha il merito di riportare Nada in una versione rock. Nulla di più.
Noemi con Irama – La ragazza col cuore di latta
Scelta azzeccata da parte di Irama di volere al suo fianco Noemi, che a Sanremo ormai è di casa e conosce bene l’emozione che si prova nel cantare su quel palco.
Giovanni Caccamo con Patty Bravo e Briga
Molto elegante Giovanni Caccamo anche lui di casa qui a Sanremo nelle vesti sia di concorrente che di autore.
Enrico Ruggeri e Roy Paci con Negrita
La tromba di Roy Paci accompagna in maniera delicata e intensa questa esibizione creando un bel mix con i due artisti.
Alessandro Quarta con Il Volo
Gran bella scelta quella de Il Volo di portare il talento del violinista Alessandro Quarta, sconosciuto ai molti, sul palco dell’Ariston. Scelta piaciuta e condivisa.
Tony Hadley e le coreografie dei Kataklò con Arisa
Non solo uno dei miti della musica anni ’80, ovvero Tony Hadley degli Spandau Ballet, ma Arisa aggiunge anche movimento ed energia alla sua performance coinvolgendo i Kataklò. Brava.
Gué Pequeno con Mahmood – Soldi
Mahmood realizza uno dei suoi sogni e si porta sul palco uno dei personaggi più noti della scena rap italiana, ovvero Guè Pequeno (mai stato a Sanremo) che entra all’improvviso per cantare e poi al termine andar via. Scelta Interessante.
Diodato e Calibro 35 con Ghemon
A mio parere uno dei migliori duetti della serata perché sono riusciti nell’intento di dar vita quasi ad una nuova canzone, peraltro anch’essa molto bella, rivista nei suoni, nei testi con Diodato e Calibro 35 che sin incastra perfettamente con Ghemon. Bravi e Coraggiosi.
Bungaro, Eleonora Abbagnato e Vogel con Francesco Renga – Aspetto che torni
Sappiamo tutti quanto sia difficile duettare con una voce così intensa come quella di Francesco Renga e questo forse, ha penalizzato Bungaro, ma il talento dell’Abbagnato regge in pieno, dando vita ad una performance nel suo insieme molto piacevole.
Fabrizio Moro con Ultimo – I Tuoi particolari
Scelta di cuore quella di Ultimo che ha voluto con sé Fabrizio Moro tanto da dare l’impressione di un passaggio di testimone tra il vincitore dello scorso anno ed il fenomeno del 2018. Si percepisce la sintonia ed il feeling tra i due artisti.
Neri Marcorè con Nek – Aspetto che torni
Nek si affida al talento di Marcorè forse per dimostrare che la sua canzone può ascoltarsi anche fuori da una discoteca.
Rocco Hunt e i Musici Cantori di Milano con BoomDaBash – Per un milione
Il vero tormentone e forse uno dei pezzi più radiofonici di questo Sanremo 2019. Rocco Hunt l’ha scritto e quindi nessuna difficolta da parte sua. Della serie: Estate 2019 stiamo arrivando.
Brunori Sas con The Zen Circus – L’amore è una dittatura
Non si capisce il perché dell’assenza di uno dei cantautori più bravi sul palco dell’Ariston. Brunori deve accontentarsi di essere ospite e arricchisce il pezzo. #Vogliamo Brunori a Sanremo.
Beppe Fiorello con Paola Turci – L’ultimo ostacolo
Ancora una dimostrazione dell’immenso talento di Beppe Fiorello. Non recita, come tutti noi ci aspettavamo, ma canta e dimostra ancora una volta la sua completezza di artista. Chapeau per Beppe.
Syria con Anna Tatangelo – Le nostre anime di notte
Bell’equilibrio tra Anna Tatangelo e Syria per un pezzo molto intenso e profondo.
Jack Savoretti con Ex-Otago – Solo una canzone
La canzone più pop del festival. Bel duetto tra Savoretti e gli Ex-Otago che danno vita ad una versione più internazionale.
Paolo Jannacci e Massimo Ottoni con Enrico Nigiotti – Nonno Hollywood
Nigiotti si fa accompagnare da Paolo Jannacci al pianoforte e Massimo Ottoni che crea disegno con la sabbia. Purtroppo è dispiaciuto vedere soltanto i suoi disegni e non l’artista. Peccato.
Irene Grandi con Loredana Bertè
Spettacolari e standing ovation per la grande Loredana che si conferma sempre più grintosa ed energica. Duetto Rock che mi è piaciuto tantissimo.
Manuel Agnelli con Daniele Silvestri – Argento Vivo
Sembra quasi una grande festa questo incontro più che un duetto. Energia, grinta e un briciolo di pazzia che non guasta mai.
Biondo e Sergio Sylvestre con Einar – Parole Nuove
Interessante l’idea di mescolare tre tipologie di voci, ma nulla di più. Però bisogna premiare l’idea e ricordarci che dalla loro parte hanno la giovane età. Continuate così.
Ermal Meta con Simone Cristicchi
Pezzo intenso, emozionante e Cristicchi non poteva scegliere compagno migliore di Ermal Meta. Più che un duetto sembra la fusione di un unico stile.
Sottotono con Nino D’Angelo e Livio Cori
Dispiace dirlo, ma anche questa volta Nino e Livio non ci convincono molto. Carina la scelta dei Sottotono ma secondo me è stata sbagliata la scelta iniziale di questo connubio.
Morgan con Achille Lauro – Rolls Royce
Il duetto più atteso come logico pensare si è esibito per ultimo. Tutti noi eravamo curiosi di vedere all’opera questi due artisti molto sui generis, e l’attesa non ha tradito le aspettative. Una delle migliori performance della serata.
Dopo che tutti i 24 cantanti in gara si sono esibiti, Claudio Baglioni, Virginia Raffaele e Claudio Bisio invitano a salire sul palco Giovanni Toti, presidente della regione Liguria. Il premio di quest’anno per il miglior duetto è una lanterna, simbolo della città di Genova che, come tutti noi ricordiamo quest’estate è stata colpita dal disastro del ponte Morandi che ha causato 43 morti. Il riconoscimento è stato assegnato dalla Giuria d’Onore presieduta da Mauro Pagani e composta da Elena Sofia Ricci, Claudia Pandolfi, Joe Bastianich, Serena Dandini, Ferzan Ozpetek, Camila Raznovich e Beppe Severgnini e consegnato appunto dal presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. Dopo questa breve introduzione, Claudio Baglioni apre la busta con all’interno i nomi dei vincitori e, tra l’incredulità generale vengono fatti i nomi di Motta e Nada che si sono esibiti con una versione pressoché identica alle precedenti di ‘Dov’è l’Italia’. Attimo di silenzio in sala per una performance che in molti si aspettavano diversa ed emozionante, ma che in realtà si è rivelata deludente e di poco conto. Tutti ricorderanno che l’ultima volta che Nada ha messo piede a Sanremo si è classificata ultima e tutti si aspettavano un ritorno in grande spolvero, ma niente di tutto ciò è andato in scena. Nonostante tutto, il duetto ha vinto e quindi qualcuno deve averlo pur votato. Come si dice in questi casi: de gustibus non disputandum est (Cicerone docet). Ma ecco che a quel punto il Teatro Ariston si trasforma in uno stadio: molti iniziano ad urlare e fischiare creando una situazione davvero imbarazzante che nessuno si aspettava. Nada e Motta hanno comunque ringraziato, ma sempre accompagnati da continui “buuuu”. Qualcuno addirittura ha esclamato: “Fate schifo”. I conduttori del Festival, dopo una premiazione lampo, senza neanche far esibire nuovamente i vincitori, si sono trovati a dover fronteggiare una platea in rivolta. Posso capire l’incredulità, che ha colpito anche me, ma non sembra un tantino esagerato avere simili comportamenti soprattutto da parte di un pubblico vestito in giacca e cravatta? E voi miei cari amici, cosa ne pensate? Fatecelo sapere lasciando un commento.
Bravo Cesare, ottima cronaca soprattutto completa per chi, come me, crolla prima. Secondo me il festival è una grande vetrina dove le scelte spesso sono affrettate e non sempre competenti… Non voglio pensare programmate! Il tempo e il pubblico sono il vero premio che passerà solo alcune canzoni alla storia… Tutto il resto sarà presto dimenticato!! Un abbraccione
La cosa più bella dei duetti è stata Brunori, unico. Sintesi perfetta della serata