Finalmente anche in Italia è arrivato il giorno in cui “Leaving Neverland” sarà trasmesso. Il controverso documentario che ha riaperto i dubbi sugli abusi sessuali su minori da parte di Michael Jackson arriverà sul Nove il 19 e il 20 marzo in prima serata. Distribuito da Kew Media Distribution, coprodotto da HBO e Channel 4, racconta il punto di vista di James Safechuck e Wade Robson, all’epoca dei fatti 10 e 7 anni. Wade Robson e James Safechuck, entrambi grandi amici di Michael Jackson, oggi ormai trentenni raccontano, con l’aiuto dei loro familiari, gli abusi subiti nel corso degli anni e che li hanno costretti ad affrontare traumi mai superati e che hanno avuto ripercussioni nella loro vita da adulti e da genitori. Quest’ultimo ha dichiarato di averlo conosciuto quando aveva 10 anni, Jackson lo corteggiava arrivando a celebrare con lui un finto matrimonio. Wade Robson ha raccontato di aver vissuto la maggior parte della sua vita – da sette anni, quando Jackson cominciò a molestarlo fino all’età adulta – in una grande bugia: “Ora voglio dire la verità con la stessa forza con cui prima raccontavo menzogne”. Gli effetti del documentario sull’immagine di Michael Jackson sono stati devastanti. Le principali radio canadesi hanno cancellato la programmazione dei suoi brani. Addirittura i produttori de “I Simpson” hanno deciso di cancellare l’episodio della serie tv animata dal titolo Stark Raving Dad. Realizzato nel 1991, fu doppiato da Michael Jackson sotto uno pseudonimo. James L. Brooks, produttore de I Simpson, ha dichiarato al Wall Street Journal: “Sembra chiaramente l’unica decisione possibile da prendere. I ragazzi con cui lavoro, e con cui ho passato gli anni a scrivere battute e scherzi, erano tutti della stessa opinione su questo. Sono contro qualsiasi tipo di rogo di libri. Ma questo è il nostro libro, e abbiamo il permesso di rimuoverne un capitolo”. La famiglia Jackson ha tentato inutilmente di bloccare la pubblicazione del documentario, intentando alla HBO una causa milionaria e gli eredi continuano a negare tutto, lo hanno fatto quando il documentario è stato mandato in onda e lo fanno ormai da anni, sostenendo che le accuse non hanno alcun fondamento, che non vi sono prove e che i due che oggi accusano il cantante hanno testimoniato a suo favore durante il processo da cui Jackson è uscito innocente. Così si espressa la figlia Paris Jackson su Twitter: “Non ho ancora fatto alcun comunicato stampa, soprattutto riguardo a quanto questa cosa abbia effetto sulla mia vita. Ragazzi, state esagerando. Papà non è qui e non può difendersi, altrimenti queste accuse non gli sarebbero mai state rivolte”. Gli avvocati, intanto, parlano di “documentario spazzatura” e fanno fede all’assoluzione totale conquistata con il cantante ancora in vita.
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