Un nesso causale tra social network e depressione è stato evidenziato, per la prima volta al mondo, da uno studio effettuato da un team di ricercatori della statunitense Università della Pennsylvania, a Filadelfia.
L’esperimento
La ricerca ha preso in esame tre piattaforme sociali virtuali – Facebook, Instagram e Snapchat – e ha coinvolto 143 studenti universitari, di età compresa tra i 18 e i 22 anni. All’inizio dell’indagine l’umore e il benessere dei partecipanti è stato rilevato tramite test standardizzati; mentre l’uso di Facebook, Instagram e Snapchat è stato monitorato per una settimana, per conoscere le abitudini dei giovani e capire che tipo di utenti fossero. Successivamente gli studenti sono stati suddivisi in maniera casuale in due gruppi. Il primo doveva utilizzare questi tre social in maniera molto ridotta rispetto all’usuale, ossia soltanto per 10 minuti al giorno per ciascuna piattaforma, per un totale di 30 minuti al giorno per un periodo complessivo di tre settimane. Il secondo gruppo invece, poteva trascorrere su queste piattaforme il tempo che gli dedicavano abitualmente, senza alcuna variazione.
Il risultato
Dopo tre settimane di uso ridotto i giovani del primo gruppo hanno mostrato una significativa riduzione della sensazione di solitudine – intesa come percezione dell’isolamento sociale – e della depressione (ottenuta con una misura clinica dei sintomi depressivi). I miglioramenti sono risultati più evidenti fra coloro che inizialmente mostravano una maggiore inclinazione a questi sintomi. È emerso altresì che una riduzione dell’uso di queste piattaforme sociali produce un calo dell’ansia e della paura di rimanere esclusi dall’esperienza social, compreso il timore di non sapere cosa stanno postando i propri amici. Potrebbe sembrare un controsenso, sottolineano gli autori, che proprio i social network, reti che servono a connettere le persone, possano contribuire invece ad aumentare il loro senso di solitudine; eppure, stando allo studio e ad altre passate evidenze, è proprio ciò che accade. Secondo i ricercatori, una delle ragioni di questo fenomeno andrebbe ricercata nel fatto che quando si osservano le vite degli altri è facile concludere, spesso erroneamente, che siano migliori e più interessanti della propria. I risultati di questa ricerca possono essere visibili, anche online, sul Journal of Social and Clinical Psychology.
E voi cosa ne pensati miei cari lettori di questa ricerca e dell’uso al giorno d’oggi, forse troppo massiccio, dei social? Siete d’accordo oppure no su questi risultati? Fatecelo sapere come sempre lasciando un commento.