Non è stato il Festival della ripartenza, come aveva sperato. Ma non sarà Amadeus a guidare quello che rimetterà le chiavi nella serratura e rilancerà la musica (e non solo) l’anno prossimo. «Non ci sarà l’Ama-ter, lo abbiamo già deciso io e Fiorello. Se un giorno la Rai vorrà ancora affidarci il Festival, magari prima dei 70 anni, sarà una gioia. Ma il terzo di seguito non ci sarà». Amadeus molla il colpo. Per un conduttore, spiega «Sanremo è l’apice della carriera», ma «non vedo l’ora di tornare ai miei giochi, ai miei quiz, alla mia normalità». Con l’Inno di Mameli eseguito dalla banda musicale della Marina militare è partita l’ultima serata del festival più difficile della storia di Sanremo. Tocca a Ghemon con Momento perfetto aprire i giochi, poi Gaia con la sua Cuore amaro e poi ecco Irama, La genesi del tuo colore, nel video della prova generale, da tre giorni lo vediamo con lo stesso completo di pelle fare gli stessi passi gli stessi gesti, sfiorarsi il naso a un certo punto. Infine Gio Evan in giacca bianca per Arnica. La gara s’interrompe per lasciare spazio a Fiorello in giacca frangiata di pelle rossa e bandana al collo per un ricordo di Little Tony (quest’anno avrebbe compiuto 80 anni): un medley dei successi del cantante scomparso nel 2013 da Cuore matto a La spada nel cuore a Riderà passando per Mare profumo di mare, la sigla italiana della serie Love Boat,”un omaggio doveroso a un artista che ha dato tanto alla musica italiana”. Edizione massacrata dalla pandemia. Niente pubblico, il covid che ha messo a rischio la gara e ha cancellato tutto il contorno. E la Rai che non è riuscita a cogliere quello che era evidente a tutti e ha pensato di fare un Festival normale fino a poche settimane prima. Il successore? Alessandro Cattelan si è liberato da Sky. La musica è nel suo dna. «Stiamo ragionando con lui su un possibile evento, ma non abbiamo parlato di Sanremo. Sicuramente lo sguardo verso talenti più giovani è un dovere del servizio pubblico» commenta Stefano Coletta, direttore di Rai1. Parla di Festival «epico» nonostante gli ascolti siano stati ampiamente deficitari (anche la quarta serata si ferma a 8.014.000 spettatori, 44,7% di share). Chiunque ci sarà si becca il malocchio di Fiorello: «Vi auguro una platea piena. Milioni di persone fuori dall’Ariston, ospiti internazionali. Vi diamo il pubblico ma spero che vada male, che faccia 5 milioni. Se c’è il pubblico vuol dire che le cose sono andate benissimo. Voglio vedere chi si prende questa patata bollente. Ma male, male, male deve andare», scherza il comico. Serata finale dedicata alla gara. Che dopo i primi quattro giorni aveva in testa Ermal Meta, Willie Peyote e Arisa. Dopo giuria demoscopica (sarebbe ora di eliminarla, inutile se non dannosa), orchestra e sala stampa tocca al televoto. Incredibile. Alle 22 hanno già cantato in sette. E c’è stato pure l’omaggio di Fiorello a Little Tony, con tanto di giubbino in pelle rossa sfrangiato rifatto sul modello originale. Più avanti arriva Ornella Vanoni, caricatura di se stessa quando fa la svagata ma ancora capace di affascinare quando canta. Un Festival maratona. Amadeus ha selezionato 26 canzoni. Ne bastavano molte meno. Per la qualità, ma anche perché nemmeno se tutte fossero state belle il mercato dello streaming e quello delle radio (che per ora puntano su quella bomba di «Musica leggerissima» di Colapesce e Dimartino) avrebbero offerto un’opportunità e uno spazio adeguati. Una gara al massacro che non fa bene alla musica. E non fanno bene allo spettacolo tv quei riempitivi con ospiti che prendono Sanremo come un bancomat. Tanto che Coletta pensa, per il futuro, di cancellare il preSanremo e partire subito dopo il tg. È un finale apparentemente più tradizionale quello di Achille Lauro, che riserva però un colpo di teatro. L’artista si presenta con completo pantalone ciclamino e la sua C’est la vie, preceduto dal ballerino Giacomo Castellana, solista dell’Opera di Roma. Lauro entra in scena, dal doppiopetto spunta il bocciolo di una rosa. Verso la conclusione della performance, alla musica si sovrappongono voci con insulti di ogni genere nei confronti del cantante. Infine, la giacca si apre e il busto di Lauro appare trafitto da steli spinosi di rose, con rivoli di sangue che escono dalle ferite. Alle ore 02.31 arriva il momento dell’elezione del vincitore. Al terzo posto c’è Ermal Meta, primo per tutto il Festival, secondi Francesca Michielin e Fedez. Vincono i Maneskin. Commozione quasi incontenibile per il frontman della band Damiano. Il gruppo, che aveva preso parte a X Factor nel 2017, per poi prendere parte al loro primo Festival di Sanremo due anni dopo. Si chiude così la 71esima edizione del Festival di Sanremo, la seconda e ultima condotta da Amadeus e Fiorello, la più surreale di sempre.