Roma – Ha strappato applausi a non finire, fatto ridere, sorridere e commosso, il musical “Tutti parlano di Jamie” in scena da ieri al Teatro Brancaccio di Roma fino al 3 aprile. Nato dal documentario della BBC del 2011 “Jamie: Drag Queen at 16”, storia vera dell’adolescente Jamie Campbell che nel paesino di Sheffield, nel Nord dell’Inghilterra, combatte con il sorriso la sua battaglia contro i pregiudizi, il pluripremiato musical Tutti parlano di Jamie ha debuttato nel 2017 all’Apollo Theatre di Londra, raccogliendo un successo di pubblico e critica tale da diventare anche un film targato Fox, uscito nel settembre 2021, disponibile in streaming sulla piattaforma Amazon Prime Video. Tutti parlano di Jamie racconta le vicende di Jamie, un adolescente abbandonato dal padre che vive una vita serena e spensierata nella tranquilla Sheffield. Va a scuola, come tutti i ragazzi della sua età, ma a differenza loro, Jamie ha un sogno ambizioso: essere libero di esprimere sé stesso anche attraverso abiti femminili. Non è solo la scelta di voler diventare una drag queen, come crede all’inizio, a renderlo “diverso”, ma soprattutto la voglia di normalità nella diversità, come scoprirà alla fine. In Italia, questo spettacolo è diventato Tutti parlano di Jamie – il musical, con l’adattamento e la regia di Piero Di Blasio e Giancarlo Commare come protagonista. La prima cosa evidente è che l’allestimento è equiparabile a quello delle produzioni inglesi o americane. Nell’adattamento e nel lavoro registico, Piero Di Blasio ha attinto dai canoni internazionali ma con quel giusto peso di background italiano che ha valorizzato alcuni aspetti invece di sottoporli a rischio delusione. Il cast artistico, coeso, ha trasmesso in toto il messaggio dell’opera: Jamie è il manifesto dell’inclusività! La sua è una storia semplice ma inusuale: ha solo sedici anni quando capisce che vuole indossare abiti femminili. Osteggiato dal padre e dal sistema scolastico, Jamie trova supporto nell’amorevole madre, comprensione nell’amica di famiglia, complicità nella compagna di classe che come lui è vittima di bullismo e sostegno da una anziana drag queen che lo spinge a trovare la donna interiore da far emergere per esternare quello che lui sente nel profondo. A vestire i panni di Jamie è l’attore Giancarlo Commare, volto televisivo che ha rappresentato sicuramente una scommessa. Per quanto si sia destreggiato egregiamente nel canto (lo ha affrontato per la prima volta), sul personaggio il suo lavoro è stato eccelso: suoi sono i tempi comici e la capacità di destreggiare i cambi emotivi da copione. Accanto a lui una mamma d’eccezione, Barbara Cola, che incanta ogni volta che affronta un brano musicale. Ottime anche le performance di Benedetta Boschi (l’amica Pritti) e Ludovica Di Donato (Ray, l’amica di famiglia). Divertentissime le Drag Queen interpretate da Umberto Noto (che ha anche il ruolo di padre di Jamie), Michele Savoia e Sebastian Gimelli Morosini. Gradevoli anche Lisa Angelillo (insegnante), Franco Mannella (Hugo/Loco Chanel). Tutti i compagni di scuola di Jamie sono un gruppo fondamentale, caratterizzato e forte nel recitato, nel cantato e soprattutto nelle coreografie realizzate da Laccio. Tutti parlano di Jamie – il musical non fa retorica, ci ricorda semplicemente che essere se stessi è un diritto da esercitare sempre e non solo quando corrisponde alle nostre credenze e che le parole gusti, inclusività, tendenze andrebbero lasciate agli aspetti materiali della nostra esistenza e non all’esistenza stessa. Per informazioni di orari e acquisto biglietti, clicca qui.