Maestro Orisson non c’è nessuna foto che la ritrae e in quelle sue poche immagini che circolano indossa una maschera. Come mai questa scelta?
Io sono un’artista, ciò che conta non sono io, ma le mie opere. Siamo dominati da un mondo di apparenze, un mondo dove tutti fanno a gara nel voler mostrarsi, dove nei social tutti vogliono essere al centro dell’attenzione ed essere riconosciuti, spesso per demeriti e trash e non per cose di spessore. Io aborro nell’essere protagonista di questa società ed ecco il perché della maschera e del non essere presente sui social.
Lei dipinge da vent’anni, le sue opere sono esposte in tutto il mondo e fino all’inizio del 2023 non ha mai avuto un profilo social. A febbraio ha creato un profilo Instagram, come mai questo cambio di rotta?
Ho sempre guardato con curiosità alle nuove tecnologie e ricordo con piacere la nascita di “Facebook”. L’idea di poter rincontrare i vecchi compagni di scuola o gli amici conosciuti in estate era un qualcosa di magnifico e poetico in certi versi. Poi tutto è cambiato, la realtà virtuale ha sostituito quella reale, Facebook si è trasformato in un grande sito di incontri dove le conoscenze superficiali hanno preso il sopravvento. Tanti miei clienti mi invitavano ad essere presente sui social, consideravano un peccato il non poter vedere le mie opere anche perché, la maggior parte di esse, sono esposte in collezioni private e si tratta di ritratti su commissione. L’amicizia con un mio caro amico giornalista Rai mi ha convinto ad affidare ad un suo collega la creazione di un mio profilo Instagram, ed ecco che è nato Orissonart.
Dopo nemmeno un mese dalla creazione del profilo, si contano già più di 4000 follower. Che rapporto ha con il suo pubblico e se in certi versi è cambiata l’idea che aveva del mondo virtuale.
Il rapporto che ho con le persone che mi seguono è lo stesso che ho con i miei clienti ed amici. Prima la corrispondenza avveniva tramite mail, ora avviene tramite chat. La creazione del profilo e la pubblicazione delle opere che trovate è opera del social media manager, nella chat invece, interagisco solo ed unicamente io. L’idea che avevo del mondo virtuale non è cambiata, tante persone che mi scrivono sono dei fake, tanti vogliono solo arricchirsi vendendo promozioni e pubblicità, non mi interessa assolutamente il numero dei follower o dei like, infatti ho oscurato la visibilità di quest’ultimi, però non nego che mi provoca estrema gioia vedere persone dall’altra parte del mondo che mi scrivono, si complimentano o desiderano avere un mio quadro.
Lei è un fautore dell’Iperrealismo, come mai ha sempre scelto questo genere e come si concretizza la sua tecnica?
Amo la realtà, concreta, dura, folle. Nasco fotografo e trovo emozionante fermare uno spaccato della nostra vita che rimarrà indelebile. Le faccio un esempio: la fotografia di un bacio con la persona amata, oppure il padre che stringe tra le braccia il figlio appena nato, due momenti unici ed irripetibili che meritano di essere scolpiti nell’eternità della nostra mente. La persona amata può lasciarci, il neonato cresce, ma quel momento magico, vero, reale, irripetibile, a mio parere merita di essere ricordato. Questa è la mia arte: rendere eterni momenti unici. I protagonisti delle mie opere devono sempre provare un’emozione ed un ricordo quando guardano un mio quadro, se questo non accade, ho fallito. Ecco perché tutto deve essere realistico al 100×100. Dopo aver scattato una foto la riproduco mediante l’utilizzo di carboncini, matita a cui a volta aggiungo pittura, dopodiché, se il cliente mi chiede di volere il lavoro anche su supporto digitale, scannerizzo l’opera e la modifico ulteriormente tramite tavoletta grafica.
Nei suoi ritratti non vi è mai il colore ma solo il bianco e nero, perché?
Il perché è molto semplice: se volete fotografare la moda, usate il colore, ma se volete catturare l’emozione, scattate e dipingete in bianco e nero. Ritengo che l’assenza dei colori, focalizzi la nostra attenzione unicamente sul soggetto ed essendo principalmente un ritrattista, voglio che l’attenzione dell’occhio e della mente si focalizzi su una determinata immagine senza distrazioni di genere.
Non è mai bello parlare di soldi, ma dato che questa notizia è già presente in rete e sui giornali specializzati, sappiamo che la sua opera “Sad Princess”, che ritrae la tanto amata e rimpianta Lady Diana, è stata acquistata da una famiglia americana per 2800 dollari. Arte vuol dire anche business e prezzo, significa che tutti i suoi dipinti si aggirano sul quel prezzo?
Preferisco parlare di arte e mai di soldi, ma questa notizia è stata fornita dagli stessi acquirenti e non posso aggiungere nulla a riguardo. Intanto preciso che tutte le opere che vedete sul mio profilo sono scannerizzate e sono delle riproduzioni. Sul prezzo di un’opera concorrono vari fattori; innanzitutto se il cliente vuole che lo fotografi personalmente oppure è lui stesso a spedirmi una foto; se vuole semplicemente un ritratto o anche la versione digitalizzata; è importante anche sapere la grandezza del ritratto, se vuole riceverlo già incorniciato e che tipo di cornice gradisce; ci sono diversi fattori che fanno un prezzo. Quello che posso assicurarvi è che tutti possono permettersi un mio ritratto perché il mio obiettivo e desiderio non è il guadagno ma regalare emozioni e ricordi. Il vero problema non sono i soldi ma i tempi di attesa. Avendo tante richieste c’è da aspettare almeno due mesi per avere un mio dipinto.
Di lei sappiamo pochissimo, può rivelarci almeno il suo nome, età o dove è nato?
Credo che queste informazioni non hanno nessuna importanza e non interessano a nessuno. Sono nato in Italia e sono orgoglioso di essere italiano. In questo momento vivo a Berlino, città che amo e che spesso ospita le mie mostre. L’età è solo un numero, il nome un insieme di lettere. Ciò che conta è l’arte, le persone passano ma le nostre opere non moriranno mai…
Ringraziamo il Maestro Orisson per questa intervista e potete trovare molte delle sue riproduzioni sul profilo Instagram “orissonart”.