Dal debutto sotto gli occhi ammirati di Ennio Flaiano fino alla morte improvvisa il giorno del compleanno, un coup de théâtre come ad emulare Shakespeare, la vita artistica di Gigi Proietti è un susseguirsi di esperienze eterogenee, molto diverse tra loro, eppure per certi versi simili. Questo volume intende ripercorrerle attraverso interviste, recensioni e documenti d’epoca per ricostruire una carriera eccezionale forse non del tutto nota al grande pubblico. Attore, doppiatore, regista, cantante, musicista, conduttore, direttore di teatri, produttore di spettacoli, docente di recitazione… lui stesso, che diceva di poter ironizzare su tutto tranne che sulla guerra e non era privo di umiltà, avrebbe voluto sulla propria epigrafe la scritta “È stato curioso, così curioso da inseguire troppe ipotesi”. Quello che ha sempre animato la sua ricerca espressiva, che fosse per il teatro d’avanguardia o quello leggero, per una regia lirica o soltanto il racconto di una barzelletta è infatti la grande curiosità mai soddisfatta per il mistero e il fascino della comunicazione in scena. E in fondo rimane un mistero anche su chi sia stato veramente l’artista Proietti, eppure tanto popolare da aver realizzato concretamente la sua idea di un teatro per tutti, divertente ma non banale, fruibile a diversi livelli, come Gianni Rodari aveva intuito forse per primo. Molte le definizioni coniate negli anni per un professionista che amava ripetere, come Petrolini, di discendere solo dalle scale di casa sua. Ne è presente una selezione in queste pagine che comprendono anche interviste ad Antonio Calenda e Carlo Molfese, il regista e l’impresario che lo hanno conosciuto giovanissimo e tanto hanno contribuito alla sua affermazione.
Una biografia di Daniela Montemagno, Edizioni Sabinae 2022