Venerdì 8 marzo è uscito il nuovo disco di inediti di Luciano Ligabue dal nome “Star”. Dieci brani, due singoli e la promessa di un tour negli stadi, in partenza a Bari il 14 giugno. A 59 anni Ligabue ritorna con un’energia analoga a quella dei suoi primi dischi ed ecco cosa ci racconta durante l’intervista rilasciata a Vanity Fair: “Start rappresenta la sensazione di un nuovo inizio e rappresenta anche un po’ un richiamo a quando ho avuto veramente il mio vero inizio. L’energia che sento in questo album credo sia in comune con i primissimi album che ho fatto. Se dovessi usare una parola per racchiudere questo disco, quella sarebbe gratitudine. Gratitudine, per aver ritrovato la voce dopo l’incidente del 2017. Gratitudine, per l’amore di un pubblico che ha rifiutato di cestinare biglietti di concerti annullati. Gratitudine, per una moglie che mi ha insegnato a concedere speranza al futuro. Non voglio diventare una sorta di mistico spirituale, ma so che essere grati non produce solo un effetto sulla persona a cui sei grato, ma produce un effetto su di te perché è dai tempi de Il Meglio Deve Ancora Venire che lo dico. Il futuro non esiste. Nessuno di noi sa cosa succederà a noi stessi domani. Ed intendo proprio domani mattina. Ma, se facciamo lo sforzo di pensare il futuro come possibile, come migliore, anche se i dati ti possono raccontare altro, finiamo per vivere in maniera migliore. E credo anche che questa idea, il concedere speranza al futuro aiuti il futuro stesso ad essere un po’ di più come lo vogliamo», spiega il Liga. E poi conclude dicendo «Nel 2020, qualcosa per i trent’anni di carriera farò, ma cosa, ancora, non so. Pensiamo al tour adesso». Senza il figlio Lenny, però, che ha collaborato al disco suonando la batteria in La Cattiva Compagnia. «Sono troppo morbido per lui», ride il Liga.
Solo Liga sempre liga