Ciao! Sono Cesare Deserto, insegnante certificato di Hatha Yoga e meditazione trascendentale, diplomato in © NSL Coaching – Neuro Science Linguistic Coaching, esperto in riflessologia plantare e massaggio con l’ausilio di campane tibetane e diapason. Ho fondato YogaZenItalia e sono l’autore del libro: Mollo tutto e faccio il Cammino di Santiago-930 km a piedi, da solo e senza telefono (se vuoi conoscere qualcosa in più di questa straordinaria esperienza, clicca qui). Vivo tra Roma e New York, ma sono nato e cresciuto a Napoli e credo non sia necessario specificare quanto adori il mare, il sole e il caldo! Sono laureato in scienze politiche e delle relazioni internazionali, sono un giornalista e speaker radiofonico, ma stanco della materialità e delle cose effimere della vita, anni fa ho lasciato il settore dello spettacolo per intraprendere un nuovo percorso che mi ha portato a creare la mia startup. Il Cammino di Santiago ha cambiato la mia vita, lo yoga e la meditazione hanno permesso di essere ciò che sono. Quando una persona a noi cara muore, ci tradisce oppure sparisce definitivamente dalla nostra vita, il dolore può essere insopportabile. Sapere di non essere soli, praticare la meditazione e lo yoga, poter confidare sul supporto di chi ci è vicino ed essere più consapevoli di quello che si sta provando, è importante per riuscire a superare il proprio lutto e imparare a conviverci. Nel 1969 una psichiatra svizzera, Elizabeth Kübler Ross, arrivò a definire il lutto come un processo suddivisibile in 5 fasi principali. Le 5 fasi di elaborazione del lutto rappresentano un cammino ben preciso che ogni persona si troverebbe ad affrontare dopo la perdita. L’intensità e la durata di ciascuno stadio possono ovviamente essere diverse da persona a persona e non sempre il processo si presenta così lineare e definito.
Le 5 fasi del lutto: quali sono
1) Fase del Rifiuto e della Negazione
Quando affrontiamo una perdita che ci causa molto dolore, il nostro organismo e la nostra mente prova a difenderci negando la sofferenza che l’ha generata. Non riusciamo ad accettare quanto accaduto a causa dello stato di shock dovuto alla perdita. Spesso siamo consapevoli di quello che è successo ma non lo vogliamo accettare. La nostra mente va in protezione, il nostro corpo va in protezione negando la realtà e creando un mondo parallelo dove l’evento non è mai accaduto.
2) Fase della Rabbia e dell’odio
Quando cominciamo a renderci conto e ad accettare quello che è successo, iniziamo a provare rabbia con noi stessi, con la persona che ci ha lasciato o con chi riteniamo colpevole della perdita subita. Ci chiediamo cosa abbiamo fatto di male per meritarci quello che è capitato. Ci chiediamo il motivo del perché sia capitato proprio a noi. Ci ripetiamo più volte che non ci meritavamo ciò che è successo e la reazione è di provare odio e rabbia verso la causa del dolore. In qualche modo la fase della rabbia potrebbe essere considerata positiva, perché ci permette di uscire dallo stato di apatia generato dalla fase di rifiuto e di negazione. Ma bisogna stare attenti a non rimanere bloccati in questo stato, perché finirebbe con il ritorcersi contro di noi! Provare rabbia, soprattutto nei casi in cui siamo traditi o veniamo abbandonati dalla persona amata, potrebbe generare comportamenti autodistruttivi e peggiorare ancora di più la nostra situazione fisica e mentale: avere rapporti superficiali con tante persone, fare uso di droga e di alcol per annebbiare la nostra mente, assumere farmaci senza essersi consultati prima con un medico, procurarsi del male fisico. IN QUESTA FASE C’E’ SOLO UNA COSA DA FARE: NON FARE NULLA! Non si può scappare dal grande dolore, non si può alleviare il grande dolore, non lo si può mettere da parte in quanto è parte integrante di NOI. Accogliete la rabbia e l’odio senza generare alcuna azione. Se avete un’età che vi ha permesso di avere esperienze, sapete che l’unica medicina in grado di curare ferite profonde è il tempo. Ricordatevi dei momenti brutti che avete affrontato e che ora rappresentano soltanto un lontano ricordo. Non commettete azioni di cui poi potreste pentirvene ancora di più e peggiorare ulteriormente la vostra situazione. Il corpo è il tempio della nostra anima, prendetevene cura. Non fate del male a voi stessi, non fate del male agli altri. La rabbia genera rabbia… L’odio genera odio…
3) Fase del Patteggiamento o Contrattazione
Ad un certo punto, iniziamo a sentire il bisogno di mediare con la nostra sofferenza, per sopravvivere. Il dolore, quel senso di vuoto, il continuo piangere e vedere tutto ciò che ci circonda in maniera negativa è sì parte di noi, ma siamo anche consapevoli che non può essere tutto così. Anche in questo caso la mente ed il corpo vanno in protezione per proteggerci. Il dolore e la sofferenza ci sono e sono reali, ma dobbiamo iniziare a conviverci. È il momento in cui cerchiamo di riprendere il controllo della nostra vita, tornando a una sorta di normalità o provando a ricostruirne una. Ma il dolore è ancora forte e il lutto non è ancora stato superato del tutto e potrebbero quindi esserci anche molti “alti e bassi”. In questa fase, è ancora più importante la meditazione per controllare ed accettare questi picchi. Vivremo un periodo come se fossimo sulle montagne russe e non dobbiamo esaltarci quando saremo in alto e penseremo che il peggio è passato e che il dolore è quasi svanito, e nemmeno deprimerci quando saremo in basso e la sofferenza si ripresenterà ancora più forte di prima. Consiglio, ogni volta che ci troveremo in questo stato, di praticare la meditazione consapevole del respiro 4:6 (clicca qui per il video).
4) Fase della Depressione
I continui alti e bassi in cui potremmo essere sballottati, ci faranno cadere in uno stato precario di continua tristezza, dolore e malinconia. Iniziamo a essere più consapevoli della nostra perdita e il dolore è ancora molto presente e forte e potrebbe manifestarsi anche con conseguenze a livello fisico: mal di testa, aumento o perdita del peso corporeo, irritabilità, insonnia o sonnolenza. In questa fase inizieremo a prendere consapevolezza che tutto è finito, che quello che è stato, è stato, che la persona non c’è più e che più nulla potrà mai ritornare come prima. Potremmo vedere la vita, priva della sua essenza ed il mondo senza più colori.
5) Fase dell’Accettazione
Lentamente arriviamo alla fine del processo e all’ultima fase, quella dell’accettazione della perdita. È grazie a questa fase che troviamo in noi la forza di reagire e provare a riprendere in mano la nostra vita. Questo chiaramente non significa smettere di pensare o soffrire per la persona cara/amata, ma provare piuttosto a dare un senso a quella perdita cercando di voltare pagina e costruire nuovi interessi per riempire il vuoto lasciato. Accettare tutto quello che ci è successo ed in caso di abbandono, focalizzarsi sugli aspetti positivi. Meritavate al vostro fianco una persona che vi ha traditi o che vi trattava in un determinato modo? Ora che vedete tutto con un certo distacco analizzate tutti i vari atteggiamenti e comportamenti che vi procuravano dolore, le notti passate a litigare, lo stress, l’inquietudine, il dolore, gli inganni, bugie ed eventuali tradimenti. Una persona che dice di amarvi non pensate che dovrebbe causarvi gioia e serenità? Non credete che chi è al vostro fianco dovrebbe aggiungere qualcosa alla vostra vita e non toglierla? Perché è importante l’elaborazione del lutto e della perdita? Il processo di elaborazione del lutto può essere molto lungo e doloroso. Ma, per quanto non facile da affrontare, è un processo essenziale per provare a superare la perdita e il dolore provato e tornare a vivere. La presa di coscienza di quello che si sta provando e della fase che si sta vivendo è di grande aiuto per poter affrontare al meglio il proprio lutto, senza uscirne sopraffatti.
Come superare un lutto ed una perdita
L’unico modo per superare un lutto è accettare il momento e il dolore che si sta vivendo e provare a reagire. Il tempo è una variabile fondamentale, perché il dolore non scomparirà da un momento all’altro, ma si affievolirà lentamente nel corso della vita. Un grande aiuto può esservi dato dallo yoga e dalla meditazione. Lo Yoga è una disciplina antichissima che abbraccia l’essere umano in tutti i suoi aspetti, emozioni, pensieri, azioni, tutto è collegato. Controllo dell’alimentazione, controllo degli organi di senso, controllo del comportamento/routine quotidiana, controllo del sonno e del rilassamento, controllo delle azioni. Yoga, dalla radice sanscrita Yuj che significa unione, è una pratica che utilizza il corpo come “strumento” evolutivo della propria consapevolezza, corpo nella sua accezione più ampia che va dal piano fisico a quello più sottile della mente e della psiche. La sua pratica è riequilibrio, armonizzazione della dimensione fisica, mentale, energetica e psichica dell’essere umano, utile nel quotidiano per sviluppare appieno il potenziale esistenziale e creativo. Meditare è un atto di coraggio. Ci vuole coraggio a fermarsi in un mondo che va a mille all’ora. Ci vuole coraggio a non fare niente quando potresti prendere in mano il cellulare e fare qualsiasi cosa tu voglia. Ci vuole coraggio a stare in silenzio mentre il richiamo del rumore è così insistente. Però lo fai. Ti siedi, chiudi gli occhi, lasci il mondo là fuori e non fai niente se non osservare. Meditare è il faro che illumina le tenebre del caos e ci mostra le cose per ciò che sono davvero. Non ci rende felici, ma mostrandoci dove si annida la sofferenza ci consente per lo meno di allontanarci da essa. Porre questo distacco è fondamentale per prendere decisioni sane e intelligenti. È l’esperienza diretta – del dolore, della vita, della felicità – di cui abbiamo bisogno per capire chi è davvero la persona che ogni mattina vediamo riflessa nello specchio del bagno. (per praticare con me yoga e meditazione clicca qui).
Un altro aiuto importante ci è dato dalle persone che ci sono vicine, senza avere il timore di rivolgersi a un esperto nel momento in cui questo non bastasse e il dolore diventasse insostenibile. In caso di lutto, un modo per provare lentamente a convivere e accettare il vuoto lasciato, è provare a tenere vivo il ricordo di chi ci ha lasciato. Onorare la memoria della persona deceduta è un modo per prendere il controllo del nostro dolore e trasformarlo in qualcosa di positivo. Come tenere vivo questo ricordo? Prepara il suo cibo preferito (“Se alla persona amata è piaciuta la pizza o gli sono piaciute davvero le patate arrosto della nonna, decidi di mangiare i suoi cibi preferiti una volta ogni tanto“, dice Amy Morin, psicoterapeuta. “Potresti sederti con amici e familiari e mangiare insieme o puoi semplicemente farlo da solo”.);
Porta avanti una tradizione (le tradizioni sono fondamentali per il tessuto di una famiglia e per mantenere vivi i ricordi, specialmente per i bambini. “Potrebbe essere qualcosa di piccolo come mangiare sempre i pop corn davanti alla partita della propria squadra preferita. Potrebbe essere qualcosa di grande, come il campeggio ogni estate“, dice Morin. “Porta avanti quella tradizione in loro onore”.);
Fai una donazione in memoria della persona scomparsa (“Sostenere un ente di beneficenza è un ottimo modo per onorare la persona amata“, afferma Morin. “Basta un piccolo gesto: distribuire una piccola borsa di studio a nome della persona amata oppure organizzare una raccolta fondi ogni anno con amici e familiari per celebrare insieme chi ci ha lasciato”.);
Riunitevi in occasione del suo compleanno (ogni anno, quando arriva il compleanno della persona amata, riunisciti con amici e familiari e prenditi del tempo per bere un thè o condividere un pasto in sua memoria. Mantenere quel senso di connessione tra quelli di voi che hanno sentito la perdita è un buon modo per condividere il proprio dolore e anche celebrare collettivamente la memoria della persona amata.);
Pianta un albero o dedica loro una panchina (piantare un albero o dedicare una panchina a qualcuno che non c’è più può essere un modo per creare un luogo fisico da visitare per ricordare la persona).
Le 5 fasi di elaborazione del lutto e dell’abbandono: quali sono e come ti cambiano
Quando una persona a noi cara muore, ci tradisce oppure sparisce definitivamente dalla nostra vita, il dolore può essere insopportabile. Vediamo come fare per superarlo.