“La Befana vien di notte…con le scarpe tutte rotte”, in tanti conosceranno questa filastrocca, così nota nel giorno della Befana. Ma vi siete mai chiesti quale sia l’origine e la storia di questa figura folcloristica legata alle festività natalizie?
La storia
Il termine Epifania, nella lingua italiana, significa apparizione, manifestazione. Ma l’Epifania è anche una festa cristiana che si celebra il 6 gennaio, dodici giorni dopo il Natale, e si scrive con la lettera maiuscola. La parola deriva dal greco e significa appunto rendersi manifesto, apparire. In questo caso, si riferisce a Dio che si rende manifesto sulla Terra attraverso il suo figliolo. Per il mondo religioso è una festa di precetto (d’obbligo), che presuppone cioè la partecipazione alla messa e l’astensione “da quei lavori e da quegli affari che impediscono di rendere culto a Dio e turbano la letizia propria del giorno del Signore o il dovuto riposo della mente e del corpo”. Per chi non è religioso, l’Epifania è semplicemente il Giorno della Befana, figura folcloristica tipicamente italiana che, volando su una scopa e vestita di stracci, riempie di dolci le calze dei bambini buoni, riservando carbone a quelli cattivi.
Perché si festeggia la Befana?
Una delle ipotesi più accreditate ricorda che i Romani erano soliti omaggiare Madre Natura agli inizi del mese di gennaio, precisamente 12 giorni dopo il solstizio d’inverno. Essi festeggiavano la morte e la rinascita della natura e ritenevano Diana la dea della vegetazione, la quale, volando, propiziava la fertilità delle loro terre. Dal IV secolo d.C la Chiesa di Roma condannò tutte le credenze pagane e cambiò totalmente i connotati della dea Diana, che venne quindi legata alla stregoneria in quanto capace di volare e venne in seguito descritta proprio come una vecchia strega. Per capire però perché tale strega sia divenuta il simbolo dell’Epifania ci vengono incontro la parola “epifàneia” e una leggenda del XII secolo rivisitata in chiave cristiana. La leggenda racconta che nella notte tra i 5 e il 6 gennaio, i Re Magi, in cammino verso la capanna di Gesù, bussarono alla porta di una vecchietta e le chiesero indicazioni. Anzi, la invitarono proprio a unirsi a loro per andare a rendere omaggio al nuovo nato. La vecchietta si rifiutò, perché di uscire di casa non ne aveva nessuna voglia. Peccato che, non appena i tre se ne furono andati, si pentì subito del suo gesto e decise di rimediare: riempì un cesto di dolci da portare in dono al Bambin Gesù e uscì di corsa per raggiungerli. Purtroppo non li trovò e ritornandosene verso casa pensò di fare cosa buona fermandosi di casa in casa a regalare ai bambini buoni quei dolci che aveva preparato per il nuovo nato.
La Befana esiste solo in Italia?
Ebbene si, la Befana esiste solo per i bambini italiani. Nel resto del mondo, la vecchina con le scarpe tutte rotte non la conosce nessuno, mentre si festeggiano i Re Magi che, in alcuni paesi, non portano solo oro, incenso e mirra al Bambin Gesù, ma portano anche piccoli regali ai più piccoli. In Francia, nel giorno dell’Epifania, l’Épiphanie, è sempre viva la tradizione di preparare un dolce per celebrare i Re Magi. Si chiama la Galette des rois, la torta dei re. Una tradizione del tutto simile alla galette des rois, si ritrova anche in Argentina, Messico, Spagna e Portogallo con il Roscón de Reyes. Il dolce, anche in questi paesi, un tempo conteneva una fava che rendeva re o regine per una notte. Nei paesi anglosassoni l’Epifania non è un giorno festivo, la befana non esiste, si lavora regolarmente e i negozi sono aperti. In compenso, potrete sentir parlare di Epiphany spesso e volentieri durante tutto l’anno. In inglese, il termine significa improvvisa intuizione, pensiero illuminante.