LOS ANGELES – Comincia nel segno dei Queen la Notte più importante di Hollywood. La band di Roger Taylor con Adam Lambert fa ballare e cantare il Dolby Theatre sulle note di «We will rock you» e «We are champions» rendendo omaggio al successo planetario di «Bohemian Rhapsody». Al posto del conduttore Kevin Hart, silurato per via di vecchi tweet omofobi, sul palco si sono avvicendate decine di divi-presentatori. Anche per questo lo show è stato più breve di quasi un’ora. Si è trattato dell’Oscar più politico degli ultimi anni, la risposta di Hollywood alla linea sovranista di Donald Trump. E’ stato infatti un Oscar all’insegna dell’inclusione e del “Black Power”: tre premi sono andati a “Black Panther”, si sono affermati gli attori afroamericani Regina King e Mahershala Alì e per tutta la serata si è parlato di immigrazione, barriere da abbattere, muri da superare attraverso il linguaggio universale del cinema. Spike Lee, premiato per la sceneggiatura non originale di “Blackkklansmann”, ha infiammato la platea rendendo omaggio alla nonna “che era una schiava e ai nostri antenati che con il loro sacrifico e sopportando il genocidio del nativi hanno costruito il Paese”. E ha ricordato che “le elezioni 2020 sono dietro l’angolo, possiamo fare una scelta di amore e non di odio».
Con un colpo di scena che ha ribaltato tutti i pronostici, l’Oscar è andato a “Green Book”. La toccante commedia di Peter Farrelly sulla storia vera dell’amicizia tra il musicista afroamericano Don Shirley e il buttafuori di origini italiane Tony Lip (interpretato da Viggo Mortensen che parla spesso in italiano), presentata in anteprima alla Festa di Roma, ha vinto tre statuette su tre nomination e battuto il superfavorito “Roma” diretto da Alfonso Cuaròn e prodotto da Netflix. A segno anche le altre nomination: per la sceneggiatura (scritta da Nick Vallelonga, figlio del personaggio protagonista interpretato da Viggo Mortensen, dallo stesso Farrelly e da Brian Hayes Currie) e per l’attore non protagonista, Mahershala Ali.
Alfonso Cuaròn è il trionfatore della serata: «Roma», la storia, in parte autobiografica, di una famiglia messicana e della loro domestica, prodotta dalla piattaforma digitale Netflix, porta a casa l’Oscar per la migliore regia, quello per il film straniero e per la fotografia, firmata dallo stesso regista in un raffinato bianco e nero. «Siamo tutti parte della stessa emozione e dello stesso oceano», ha detto Cuaròn. È la prima volta che un film non destinato alle sale, ma allo streaming, si impone agli Oscar: la vittoria di «Roma», che si era già aggiudicato il Leone d’oro all’ultima Mostra di Venezia, segna una svolta importante in tal senso.
Scontata la vittoria di Lady Gaga per la migliore canzone: «Shallow», da «A Star is Born», era superfavorita. Lacrime di commozione per la diva che l’ha scritta con Mark Ronson, Anthony Rossomando e Andrew Wyatt e che, poco prima, aveva duettato il brano con Bradley Cooper tra gli applausi del gotha di Hollywood. «Il segreto del successo» ha detto, «è la disciplina e la capacità di rimettersi in gioco, è il numero delle volte che sei in grado di rialzarti dopo le cadute».
Rami Malek è il miglior attore per «Bohemian Rhapsody»: nei panni di Freddie Mercury ha conquistato i botteghini di mezzo mondo e il cuore dei votanti. « Abbiamo fatto un film su un uomo gay immigrato. Sono figlio di indiani, americano di prima generazione… Abbiamo bisogno di storie come questa». Il film di Bryan Singer si aggiudica anche le statuette per sonoro, montaggio sonoro e montaggio.
Tra le attrici tutti si aspettavano che vincesse Glenn Close, data per certa anche dai bookmakers per il ruolo della moglie nell’ombra di «The Wife», invece sull’eterna candidata l’ha spuntata Olivia Colman per il film di Yorgos Lanthimos «La favorita». La migliore attrice non protagonista, invece, è Regina King per «Se la strada potesse parlare», tratto dal romanzo di James Baldwin: «Io sono l’esempio di quanto l’amore e il sostegno possono fare», ha detto tra le lacrime.
L’Italia, assente quest’anno dalla competizione (“Dogman” non è entrato in finale), si è in qualche modo rifatta sia attraverso il personaggio di “Green Book” sia attraverso la vittoria del film di animazione “Spider Man –un nuovo universo”: tra i disegnatori della Marvel c’è infatti Sara Pichelli, classe 1983, da Sant’Elpidio, che ha creato il protagonista del cartoon. «Vice – L’uomo nell’ombra» di Adam McKay, candidato a otto premi, porta a casa solo la statuetta per il miglior trucco e parrucco. Un Oscar anche per «First Man – Il primo uomo»: per i migliori effetti visivi. Nello spazio dedicato agli artisti del cinema scomparsi durante l’anno anche l’omaggio a Bernardo Bertolucci, che con «L’ultimo imperatore» vinse nove Oscar, Ermanno Olmi e Vittorio Taviani.
Ecco tutti i premi:
Miglior film
Green Book
Miglior regia
Alfonso Cuaròn per Roma
Miglior attrice protagonista
Olivia Colman per La Favorita.
Miglior attore protagonista
Rami Malek per Bohemian Rhapsody
Miglior canzone originale
Shallow di Lady Gaga per A Star is born
Migliore colonna sonora
Ludwig Goransson per ‘Black Panther’.
Miglior sceneggiatura non originale
Charlie Wachtel, David Rabinowitz, Kevin Willmott e Spike Lee per ‘BlackKklansman’.
Miglior sceneggiatura originale
Nick Vallelonga, Brian Currie e Peter Farrelly per ‘Green Book’.
Miglior cortometraggio
‘Skin’ di Guy Nattiv
Migliori effetti visivi
Paul Lambert, Ian Hunter, Tristan Myles e J.D. Schwalm per ‘First man – Il primo uomò.
Miglior cortometraggio documentario
Period, end of sentence
Miglior cortometraggio di animazione
Bao di Domee Shi
Miglior film d’animazione
Spider-Man – Un nuovo universo di Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman.
Miglior attore non protagonista
Mahershala Ali per Green Book di Peter Farrelly
Miglior montaggio
Bohemian Rhapsody per il miglior montaggio: a ritirarlo è John Ottman.
Miglior film straniero
“Roma” di Alfonso Cuaròn vince l’Oscar per il miglior film straniero
Miglior sonoro
Paul Massey, Tim Cavagin e John Casali per Bohemian Rhapsody.
Miglior montaggio sonoro
John Warhurst e Nina Hartstone per Bohemian Rhapsody.
Migliore fotografia
La statuetta va ad Alfonso Cuarón per Roma.
Migliore scenografia
Black Panther: Production Design, Hannah Beachler e Set Decoration, Jay Hart. Il film ha ricevuto anche l’Oscar per i migliori costumi.
Migliori costumi
Oscar migliori costumi a Ruth Carter per Black Panther.
Miglior trucco
Greg Cannom, Kate Biscoe e Patricia DeHaney per Vice – L’uomo nell’ombra di Adam McKay.
Miglior documentario
Free Solo di Elizabeth Chai Vasarhelyi e Jimmy Chin
Miglior attrice non protagonista
Regina King ritira la prima statuetta per attrice non protagonista per il film “Se la strada potesse parlare”.
Ramy Malek fantastico, supermeriato l’oscar