Roma – Sabato 30 marzo 2019 alle ore 21:00 nella bellissima cornice del Teatro Ghione, ho avuto il piacere di assistere allo spettacolo teatrale “Que Serà” di Roberta Skerl con la partecipazione degli attori Paolo Triestino (anche regista), Edy Angelillo e Giancarlo Ratti.
Trama
Metti tre amici, da sempre e per sempre. Metti una cena d’estate tra profumi e note brasiliane, perché l’allegria non manchi. Condisci il tutto in un giardino ad accogliere le parole, le risate e i pensieri di Filippo (Paolo Triestino), Giovanni (Giancarlo Ratti) e Ninni (Edy Angelillo). Tre amici che si incontrano regolarmente per una cena “liberatoria” a casa di Filippo per chiacchiere in libertà, legati da un’amicizia che dura da decenni. Il benestante Giovanni che, privo di problemi reali e concreti tra cui le sue tre figlie definite iene, se li crea trasformandoli in drammi ed ansie. Ninni che si ritrova sola nel gestire la madre con Alzheimer, e i racconti delle sue sfortunate avventure d’amore. Una routine collaudata che, improvvisamente, viene alterata da un qualcosa di imprevisto, di molto imprevisto. Così, tra le trame di una frase di Giovanni a cui fa eco una risata di Ninni, Filippo rivela il suo segreto, e lo fa sussurrandolo quasi per scusarsi di averlo detto, talmente inaspettato, talmente a bassa voce che il contenuto non viene da subito recepito dagli altri, che per un istante lunghissimo seguitano a parlare… per poi fermarsi e chiedere di ripetere, con il dubbio e la speranza di aver capito male. Ci si accorge che quella non era la solita loro serata, come ne avevano già trascorse a centinaia, di tre amici fraterni legati da esperienze comuni, amori condivisi, delusioni consolate. Stavolta Giovanni e Ninni sarebbero stati i custodi del terribile segreto di Filippo che ha scelto gli amici di sempre, quelli che non tradiscono, per affidarsi agli stessi. Immediatamente tutto cambia, e le parole vengono sostituite dai silenzi, di cui avverti l’invadenza perché inizi a sentire per la prima volta quei suoni che ci sono sempre stati, ma coperti, fino ad allora, dalle voci… ti accorgi di una fontana in giardino di cui solo adesso senti il dolce suono dell’acqua; si possono udire persino le cicale. Ecco gli ingredienti di QUE SERA’, uno straordinario racconto di amicizia e, soprattutto, di vita.
Opinione
FE-NO-ME-NA-LI. Uno degli spettacoli teatrali più belli e interessanti di questo 2019. Coinvolgente a tal punto da dimenticarti di trovarti a teatro. Non sei a teatro, sei anche tu seduto a quel tavolo in compagnia di tre amici che si prendono poco sul serio e scherzano sulle sventure di ciascuno di loro. Usano un linguaggio comune ed attuale e mangiano e bevono realmente coinvolgendo ancora di più lo spettatore. Tutto è divertente, ironico e felice quando all’improvviso tutto cambia. Un colpo di scena che sconvolgerà le loro vite e anche quella di tutta la platea che vede trasformare i sorrisi in profonda tristezza e commozione. Spettacolo teatrale intenso, colorato da diversi accenti emotivi in cui convivono la risata, la malinconia e l’amicizia nella sua forma più poetica, complice la profonda drammaturgia di Roberta Skerl che esplora i molteplici aspetti dell’animo umano. La scrittura viene impreziosita da una interpretazione di altissimo livello e dalla regia dello stesso Paolo Triestino che, attraverso una precisa definizione dei tratti caratteriali dei personaggi, arricchisce la pièce di elementi introspettivi che restituiscono credibilità alla stessa. Giancarlo Ratti (Giovanni) incapace di cogliere gli aspetti nutrienti della vita, superficiale (compra un televisore di 6.800 euro, una barca ma la tiene in garage), unico ad avere figli (e in attesa del quarto) diviene quasi simbolo di fertilità e di vita, in dissonanza con un’altra vita che sta finendo, ed accoglie la notizia di Filippo reagendo in modo immaturo, negando la realtà per poi disperarsi di fronte alla propria impotenza; Edy Angelillo (Ninni) è invece una donna afflitta da problemi reali, vede la madre sfiorire giorno dopo giorno malata di Alzheimer, vive in una condizione economica precaria, ma è determinata a lottare. Paolo Triestino (Filippo) è una presenza discreta, rassicurante, mai sopra le righe, che però cede anche lui emotivamente di fronte alla notizia del poco tempo a sua disposizione e alle molteplici cose che ancora vuole fare, come se in quel momento realizzasse per la prima volta l’atroce e irrisolvibile contraddizione. La scenografia curata da Francesco Montanaro, restituisce con semplicità ed efficacia il clima estivo di quel giardino di cui a tratti sembra sentire l’odore dei suoi fiori. Emblematico lo sfondo costituito da un enorme albero spoglio, che cambia colore in relazione all’emotività scenica, in contraddizione con la rigogliosa abbondanza della natura in quel periodo, metafora dello sfiorire della vita. Applausi a profusione per i tre attori che con superba maestria riescono a portare in scena temi scomodi ma di grandissima attualità affrontandoli con ironia, poesia e leggerezza. Mi auguro che questo spettacolo possa essere riproposto e invito tutti i miei lettori a seguire questi bravissimi attori di lunghissima esperienza di commedia d’autore. Per info e prenotazioni sugli spettacoli del Teatro Ghione potete chiamare il numero 066372294 o recarvi sul sito www.teatroghione.it. Si ringrazia il dottor Maurizio Quattrini dell’ufficio stampa.