Roma – La Cassazione ribalta il verdetto di primo e di secondo grado e spazza via le condanne a 6 mesi di reclusione inflitte al manager dello spettacolo Lele Mora e al regista Claudio Di Napoli, annullando anche la multa di 500 euro a Ciro Petrone, attore nel film “Gomorra” (con il nomignolo di “Pisellino”). Gli imputati erano accusati di diffamazione a mezzo televisivo ai danni di Giovanni Conversano, l’ex tronista leccese di “Uomini e Donne”.
I Fatti
I fatti si sono verificati nel 2011 nel corso di due trasmissioni diverse di Pomeriggio 5 condotto da Barbara D’Urso. In quell’occasione Lele Mora accusò Conversano di aver rubato le sue carte di credito quando era ospite nella sua abitazione, e di averle usate per acquistare biglietti aerei per raggiungere la fidanzata in Sardegna e per fare shopping in Puglia. Petrone e Di Napoli, invece, lo accusarono di essersi fatto pagare profumatamente per partecipare a partite organizzate a scopi benefici. Da qui la denuncia da parte di Conversano. Nel corso delle indagini l’ex tronista venne anche ascoltato in Procura e spiegò come venne contattato da Lele Mora. Riferì di essere stato chiamato dalla sua agenzia per partecipare a degli eventi e fu invitato dall’ex agente a soggiornare presso la sua abitazione. Conversano ha però sottolineato di non aver mai sottratto nulla a Mora. La difesa dei tre imputati ha sempre sostenuto la mancanza degli elementi per ipotizzare l’accusa di diffamazione perché, imputati e parte civile, nelle due occasioni in cui si sono confrontati, hanno sempre avuto l’opportunità di intervenire in trasmissione o direttamente o per telefono nel contraddittorio tra le parti. L’inchiesta fu chiusa nel febbraio del 2012 e portò alla condanna, con relativi risarcimenti, nei primi due gradi di giudizio.
Epilogo
Dopo otto anni, a mettere fine a questa storia finita nelle aule di giustizia è la Corte di Cassazione che ha annullato (senza rinvio) le sentenze di condanna perché il fatto non costituisce reato, annullando di conseguenza anche i risarcimenti in via equitativa disposti già in primo grado, nei confronti di Conversano: Lele Mora, non dovrà più risarcire quest’ultimo, con la somma di 25.000 euro; Claudio Di Napoli e Ciro Petrone non dovranno più pagare il risarcimento di 15.000 euro ciascuno. Conversano si era costituito parte civile, attraverso l’avvocato Piero Mongelli; Lele Mora, difeso dall’avvocato Nicola Avanzi del Foro di Verona; mentre Di Napoli e Petrone dall’avvocato Vincenzo Perrone del Foro di Lecce. Ma come avranno accolto questa notizia i protagonisti di questa vicenda? Lo chiediamo al regista Claudio di Napoli.
Claudio con quale stato d’animo avevi preso la condanna dei primi 2 gradi di giudizio?
Sapevo di essere nel giusto e di aver sempre detto la verità, quindi il mio stato d’animo è sempre stato sereno.
Cosa significa per te questa assoluzione?
Una vittoria, una vittoria non solo personale ma anche nei confronti di tutte quelle persone che chiedono soldi per partecipare ad iniziative benefiche. Chi è fortunato dovrebbe sempre ricordarsi che ci sono tantissime persone che si trovano in condizioni terribili e che è dovere di ognuno di noi dare una mano a chi è in difficoltà. Chi ha i soldi non può permettersi di chiederli ma dovrebbe invece donarli.
Che progetti hai per il futuro ?
La mia vita è sempre in movimento Cesare. Dopo aver portato a termine molti film, corto metraggi, video clip di cantanti famosi e spot pubblicitari attualmente mi sto dedicando ad un progetto molto ambizioso e importante: la vera storia di Marco Vannini, il ragazzo tristemente ucciso a Ladispoli. Terminato questo film, girerò un film nel posto dove sono nato e cresciuto: Ostia, raccontando la storia della “vera mafia del litorale”.